L’unione degli opposti è un amore folle, sragionato, totale e smisurato. Potente e tosto, come un temporale ad agosto. Forte, importante, deciso e disarmante. Dall’odore inebriante, di terra bagnata e di pesche appena colte. Un amore certo, senza intrusi, si riconosce a occhi chiusi. Chiaro, lampante, come trovare i calzini a luci spente. Fermo, stabile, fisso. Travolgente come il sesso, che ti prende e ti sta addosso. Che spariva e poi tornava, ed era tutto come prima.
Pieno, vuoto, vicino, lontano, dentro, fuori, adulto, bambino. Sempre e mai, nuovo e vecchio, dolce e amaro, bianco e nero, che riparte ogni volta da zero. Un amore incoerente, in contrasto con tutto e con niente. Un amore impaziente, disubbidiente, che svanisce in un istante e poi torna eternamente.
Rubato, trovato, respinto e poi desiderato. Un amore sincero, dove tutto è per davvero, giusto o sbagliato, sensato o senza significato. Un amore sudato, sognato e poi dimenticato. Un amore mancato e ritrovato, che è caduto e si è rialzato. Schietto, diretto, racchiuso in un concetto. Un amore che fa effetto, che lo tieni stretto, che ti fa scoppiare il petto. L’amore perfetto, anche senza biglietto.
Bello come un buongiorno, grigio come l’inverno, un continuo viaggio interno, che ti porta giù all’inferno, senza andata né ritorno. Un amore profondo, un pozzo senza fondo, il posto migliore del mondo. Un amore di sale, dove non basta volere, che ti ci devi abituare, che ti fa correre e saltare. Un amore demolito e mille volte ricostruito. Un amore da capire, un amore da morire. E non c’è altro da dire.